Mappa dei Vescovadi del Regno di Napoli nel Decennio francese (1806-1815)

a cura di Armando Pepe

Pagina principale di riferimento: Documenti sulla Diocesi di Alife in età moderna e contemporanea

ABBREVIAZIONI

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n. numero
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FONTE

Archives Nationales de France (sede di Pierrefitte-sur-Seine), Fonds Joseph Bonaparte (1546-1852), 381 AP 5, dossier 2, «Liste des archevêchés et évêchés du royaume de Naples, avec indication de leurs revenus et jugement sur les archevêques et évêques titulaires».

Introduzione

È un tema di stringente attualità, all’interno della Chiesa Cattolica, per intenzione di papa Francesco, l’accorpamento delle piccole diocesi italiane, allo scopo di ridisegnare i perimetri ecclesiali, secondo consuetudinarie formule (in persona episcopi ed aeque principaliter); l’Italia, difatti, per l’elevato numero delle diocesi, rappresenta un unicum. Effettivamente, la riduzione numerica delle circoscrizioni territoriali poste sotto giurisdizione episcopale, è un argomento che risale, per il Regno di Napoli, a quasi tre secoli fa, precisamente a metà XVIII secolo, sotto la corona di Carlo III di Borbone, e durante il periodo napoleonico, quando governavano prima Giuseppe Bonaparte e poi Gioacchino Murat . A seguito di uno scavo archivistico notevole, Gabriele De Rosa, nel terzo volume di Tempo Storico e Tempo Religioso, nel capitolo 7, intitolato La vita religiosa nel Mezzogiorno durante la dominazione francese, delineò con brevi e pregnanti tratti, la storia dei rapporti tra Stato e Chiesa nel meridione d’Italia in antico regime. Indicando le cause del profluvio di piccole, se non microscopiche, entità chiesastiche, De Rosa rilevò, con l’evidenza dei fatti, che: «istituire una diocesi nell’ancien régime era una questione di prestigio per i baroni. Nel 1741, in occasione delle trattative per il concordato fra Santa Sede e Regno di Napoli, si era discusso il problema della revisione delle circoscrizioni diocesane con la soppressione di quelle “oscure” e povere. Ma non se ne fece nulla, per le resistenze dei baroni mal disposti verso la soppressione dei conventi e delle sedi vescovili, che rientravano nei loro feudi. Per i conventi, per certe sedi vescovili concesse con il beneplacito del re, per i feudi, potrebbe valere il detto: simul stabant, simul cadunt. In effetti, abolita la feudalità, anche la struttura ecclesiastica, che su di essa era modellata, entrò in crisi, e fu crisi definitiva, nel senso che anche dopo la fine del Regno di Murat, con la Restaurazione e con il nuovo Concordato del 1818, non si tornò indietro. Si ebbe una ristrutturazione delle diocesi: anche se in maniera molto cauta e graduale e con numerosi compromessi, si abolirono 50 diocesi» (De Rosa, p. 176). In poche righe De Rosa condensa i grumi problematici sottostanti all’ipertrofia numerica delle diocesi, talvolta ricadenti financo nei confini paesani o poco oltre: 1) prestigio feudale, come se la presenza vescovile, di conseguenza, di riflesso desse prestigio al signore locale; 2) frammentazione della rete dei centri urbani, ognuno agognante una propria preminenza rispetto agli altri, sancita dal crisma religioso. In effetti, la civiltà dei comuni, durante il medioevo, e delle signorie, nella prima età moderna, affermatesi nel nord Italia, in analogia al sud, erano costellate di diocesi; si potrebbe affermare che fosse una costante nazionale, un fattore culturale, amalgamante. In una gara non dichiarata tra feudalesimo ed episcopato si tendeva ad essere magnifici nella costruzione delle proprie sedi. Nello stesso saggio, De Rosa pubblica per la prima volta brevi stralci della Mappa dei Vescovadi del Regno di Napoli, rinvenuta in Francia, a Pierrefitte-sur-Seine, negli archivi nazionali, «approntata durante il governo di Giuseppe Bonaparte» (De Rosa, p. 184).

In verità, come si dirà può facilmente constatare, soffermandosi su alcuni inoppugnabili marcatori temporali, la redazione della mappa si svolse sicuramente durante il Decennio francese, in un ampio spettro (che va dal 1806, termine post quem, al 1814, termine ante quem).
Ci sono quattro ipotesi che, suffragate da solidi riscontri, molto ragionevolmente inducono a supporre ciò:
a) nel foglio 6, n. 20, si fa riferimento al sovrano in carica Giuseppe Bonaparte, che fu re di Napoli dal 1806 al 1808.
b) nel documento si afferma perentoriamente, nel foglio 32, n. 116, che il vescovo di Belcastro, monsignor Vincenzo Greco (1739-1806), «è stato ultimamente trucidato dai briganti». L'avverbio usato, benché vago, potendo indicare un lasso sia di mesi sia di anni, induce a ritenere che la redazione sia stata compiuta certamente dopo il 17 maggio 1806, giorno in cui monsignor Greco morì per mano dei briganti;
c) una terza congettura tende a far collocare presumibilmente il documento attorno all'anno 1809, poiché, riguardo al vescovo della diocesi di Minervino, monsignor Pietro Mancini (1733-1808 circa), testualmente, nel foglio 22, n. 80, si riferisce che «è morto l'anno scorso», ovvero nel 1808, sia pure senza riportare mese e giorno esatti, come dubitativamente si riporta nel sito www.catholic-hierarchy.org, al link <https://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bmancinip.html>;
d) quarto, ed ultimo suggerimento, si coglie laddove, al foglio 14, numero 48, si fa un palese cenno all'età anagrafica del vescovo della diocesi di Trevico, monsignor Agostino Gregorio Golino [o Golini], «vecchio di 86 anni». Per informazione certa si sa che monsignor Agostino Gregorio Golino [o Golini] nacque il 18 agosto 1728. Con una semplice addizione (1728+86), si può inferire, prendendo in prestito dal linguaggio giuridico, cioè "ogni oltre ragionevole dubbio", che la stesura dell'atto risalga al 1814, sul finire dell'esperienza murattiana.

Comunque la mappa, era, ed è, un «documento importante, nel quale i giudizi sulle qualità morali dei vescovi e dei vicari erano uniti a quelli sui loro orientamenti politici. Di ognuno dei vescovadi si dava anche il dato della rendita lorda [espressa in ducati], elemento che interessava molto il governo» (De Rosa, p. 184). Il documento, purtroppo non firmato, contenente notazioni accorte, ponderatamente espresse, metteva in evidenza aspetti rilevanti, «la povertà delle mense vescovili, colpite dall’imposta fondiaria e dalle contribuzioni dovute al governo, lo stato di abbandono in cui erano caduti i palazzi vescovili, l’insicurezza delle strade e la diffusa presenza dei briganti» (De Rosa, p. 184). In questa sede si è ritenuto di porgere all’attenzione degli studiosi l’edizione integrale della mappa, affinché auspicabilmente si possa studiare, grazie ad ulteriori elementi disponibili, l’episcopato meridionale in età napoleonica, così, come più cospicuamente ha fatto per la Francia Jacques-Olivier Boudon nel Dictionnaire des évêques français du XIXe siècle.

[f. 1]

I) PROVINCIA di TERRA di LAVORO

1. Napoli, Arcivescovado, rendita lorda: 18116 ducati.

L’Arcivescovo Cardinal [Luigi] Ruffo Scilla è purtroppo noto per la sua indocilità e pel suo torbido cervello, per cui è esiliato.

[f. 2]

2. Acerra, Vescovado, rendita lorda: 3158, 62 ducati.

Monsignor [Orazio] Magliola. Di carattere dolce; governa bene; gode buona opinione presso il pubblico; è però nemico de’ francesi; e, come attaccato al passato governo, fomenta la trista idea contro di essi.

3. Nola, Vescovado, rendita lorda: 3742, 19 ducati.

Monsignor [Vincenzo] Torrusio. È noto pel suo grande attaccamento al passato governo. Di ottimi costumi, ma ambizioso; e non gode buona opinione nella diocesi, non avendo visitate le chiese parrocchiali da due anni contro lo stabilimento dei canoni. Risiede in Napoli, intento al disimpegno delle sue incombenze. Mantiene bene il seminario, pel quale molto si interessa, ed è molto limosiniero. Ora è ritornato in Diocesi.

4. Caserta, Vescovado, rendita lorda: 6165 ducati.

Monsignor [Vincenzo] Rogadei. Trasportato pel passato Governo; ora non ha dato ombra di sospetto di lui, e la sua condotta è ottima. Governa bene la Diocesi, e mantiene bene il Seminario.

5. Vico Equense, Vescovado, rendita lorda: 933, 30 ducati.

Il Vicario Capitolare Don Vincenzo Starace è pieno di zelo pel bene della Chiesa alla sua cura affidata; e gode ottima opinione. Per essersi negato ai funerali del fu Monsignor [Michele] Natale, si è creduto poco attaccato al presente Governo, ma si conviene da tutti che per timore di non essere approvata dal Re una tale funebre cerimonia, non abbia perciò voluto prestarvisi.

[f. 3]

6. Aversa, Vescovado, rendita lorda: 15017 ducati.

Monsignor [Gennaro Maria] Guevara [Suardo]. Interessato, scarso nelle limosine, timido, e perciò senza energia a promuovere l’attaccamento al presente Governo; bada molto al Seminario, dove i giovani sono ben tenuti, e educati. Ora questo Vescovo ha avuto un accidente, ma si è passabilmente ristabilito.

7. Carinola, Vescovado, rendita lorda: 1692, 47 ducati.

Monsignor [Salvatore] de Lucia. È di buona morale, probo, e governa bene la Diocesi. Sa però adattarsi al tempo.

8. Sorrento, Arcivescovado, rendita lorda: 2246, 13 ducati.

Monsignor [Vincenzo] Calà. Ottimo per le sue cognizioni, per l’illibata sua morale, e pel trasporto del suo cuore verso i poveri; è circondato però da alcuni preti che amano far tutto.

9. Alife, Vescovado, rendita lorda: 1723 ducati.

Monsignor [Emilio] Gentile. È fornito di politica. Ha saputo ben condursi nelle passate vicende. Esatto esecutore degli ordini avuti. Non è troppo amico dei poveri, e non ha promosso con zelo e con energia lo stabilimento del presente Governo.

[f. 4]

10. Cerreto, Vescovado, rendita lorda: 1719, 54 ducati.

Il Vicario Capitolare Piscicelli è di anni 82, apoplettico; e perciò raggirato dal canonico Iuliani, d’iniquo carattere, che unito al Cancelliere Carizzi falsifica talvolta la firma del Vicario, vendendo le ordinazioni, i benefizi, le pagelle di confessione, ed i sacramenti stessi al più offerente. Il clero indisciplinato si ride dei suoi ordini; se taluno ricorre contro Iuliani ed il Cancelliere, prova la di loro ferocia. Fu perciò commendata questa Chiesa vacante all’Arcivescovo di Benevento, il quale ha fatto rinunziare il suddetto Piscicelli, ed è stato messo in suo luogo il canonico Don Pasquale Massone.

11. Pozzuoli, Vescovado, rendita lorda: 2055 ducati.

Monsignor [Carlo Maria] Rosini. È dotato di tutte le virtù di un buon pastore; governa e regola bene la Diocesi, e molto si interessa per la pubblica educazione, occupandovi tutto sé stesso. È rigido molto nel correggere le mancanze dei seminaristi.

12. Teano, Vescovado, rendita lorda: 2003, 34 ducati.

Monsignor [Nicola] Vecchi. Non è sempre giusto nella distribuzione delle cariche e dei benefizi, affidando l’amministrazione dei sacramenti a preti fraschettoni [vispi], e di equivoca morale. Rispetto all’attaccamento al presente Governo è uomo del tempo, ma ha conservato la pubblica tranquillità.

13. Calvi, Vescovado, rendita lorda: 4023, 32 ducati.

Monsignor [Andrea] de Lucia. Attaccato al passato Governo. Non ha predicato, né ha fatto predicare l’ubbidienza al presente nuovo padrone. Si mostra indifferente, e poco amico dei poveri. Usò delle attenzioni ai Francesi nella lor dimora in Pignataro. I giovani nel Seminario sono male educati per la poca cura del Rettore, Canonico Paris; tal che quei che n’escono sono di mal costume.

[f. 5]

14. Venafro, Vescovado, rendita lorda: 1729, 26 ducati.

Monsignor Donato de’ Liguori. Nel 1799 fu contrario ai Francesi; in questo anno ha predicato in termini generali ed ambigui; di che, risentitosi il Commissionato, ha poi estrinsecato sentimenti di attaccamento al presente Governo, predicando con energia in favore del medesimo. Mena una vita meschina, né fa limosine, e governa la Diocesi come vuole il suo Vicario Generale, celebre per le insurrezioni da lui suscitate nel detto anno 1799, onde ne fu dal passato Governo premiato con la dignità di Primiceriato. È vecchio decrepito, e perciò debole, raggirato dal detto Vicario, che ora si mostra attaccato al presente Governo.

15. Sora, Vescovado, rendita lorda: 1989, 44 ducati.

Monsignor [Agostino] Colaianni. Sospetto al Governo e perciò fatto partire per Roma.

16. Sessa [Aurunca], Vescovado, rendita lorda: 2968, 60 ducati.

Monsignor [Pietro] de Felice. È di buona morale, occupato ai suoi interessi, ed è negato al Governo della sua Chiesa, essendosi reso molto deferente all’Arcidiacono Di Lillo, uomo di pessimo talento. Il Seminario è disordinato, ed ha bisogno di ristabilirvisi la buona educazione con un Vicario Generale della fiducia del Governo.

17. Aquino, Vescovado, rendita lorda: 1655, 11 ducati.

Monsignor [Giuseppe Maria] de Mellis. Superbo, iracondo, ed attaccato al turpe guadagno. Contrario al presente Governo, nemico de’ Francesi, che ha chiamati “assassini”. Ritirato in Pontecorvo, ha conferito sempre coi briganti. È stato arrestato dal generale d’Espagne per la sua condotta nell’invasione di quei luoghi da Fra’ Diavolo.

[f. 6]

18. Massa Lubrense, Vescovado, rendita lorda: 667, 83 ducati.

Il Vicario Capitolare Don Tommaso de Marinis è uomo di ottima morale, ma debole, per cui esiste qualche inconveniente nella Diocesi.

19. Fondi, Vescovado, rendita lorda: 1435, 46 ducati.

Monsignor [Gennaro Vincenzo] Tortora. È di carattere bilioso, capriccioso, ostinato nel proprio sentimento, e non gode la pubblica opinione. Da sette anni è stato sempre lontano dalla sua Chiesa, a danno del suo gregge, e de’ poveri, che non ha soccorsi. Il di lui Vicario, Massarella, non è attaccato al presente Governo, e per aderire a Lui commette delle ingiustizie. Ha presentato la rinunzia al suo Vescovado.

20. Ischia, Vescovado, rendita lorda: 1473, 61 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Don Giosuè Mazzella, è di somma dottrina, di esemplare condotta, ed attaccato ai doveri del suo sacro Ministero. Col suo esempio ha ispirato ai preti, ai canonici, ed ai confessori i sentimenti di fedeltà, e di ubbidienza al Sovrano Giuseppe [Bonaparte].

21. Gaeta, Vescovado, rendita lorda: 2189, 99 ducati.

Monsignor [Michele] Sanseverino [assente]. Il Canonico Buongiovanni, Vicario, lasciato [a Gaeta] dal detto Monsignor Sanseverino, è di età avanzata, di plausibile costume, religioso, ed incapace di sposar partito. Il pubblico lo stima atto al culto, ed al Governo. Il suddetto Vescovo [Sanseverino], dopo la resa della Piazza di Gaeta, partì per Palermo.

[f. 7]

22. Caiazzo, Vescovado, rendita lorda: 2447, 85 ducati.

Il Vicario Capitolare è un vecchio imbecille, e perciò incapace a far bene. Il Seminario è privo di buoni maestri, e di educatori. Le parrocchie sono prive de’ parrochi. Il monastero delle monache è mal governato. La Diocesi è interamente disordinata. Le sue azioni non corrispondono al sacro ministero che esercita. Per tali motivi è stata questa Chiesa vacante commendata al Vescovo di Caserta.

23. Capua, Arcivescovado, rendita lorda: 23871, 65 ducati.

Il Vicario Capitolare Cuccari è di molta probità, di mediocri talenti, e non attaccato a nessun partito. Conosce l’ubbidienza alle potestà costituite, e l’inculca ai parrochi; ma gli manca l’energia a farsi ubbidire.

II) PRINCIPATO CITRA

24. Salerno, Arcivescovado, rendita lorda: 12351, 41 ducati.

Monsignor [Fortunato] Pinto. È di ottima morale. Adempie bene ai suoi doveri, e con le sue azioni non ha dato indizio che non sia attaccato al buon ordine.

[f. 8]

25. Lettere, Vescovado, rendita lorda: 2897, 18 ducati.

Monsignor Bernardo Maria della Torre. È conosciutissimo per la sua dottrina, per la probità dei suoi costumi, e per l’attaccamento al presente Governo.

26. Scala e Ravello, Vescovado, rendita lorda: 445, 46 ducati.

Il Vicario Capitolare Manzo gode la generale opinione di condursi bene, badando all’adempimento della sua carica.

27. Satriano e Campagna, Vescovado, rendita lorda: 3081, 39 ducati.

Il Vicario Capitolare non gode buona opinione, né quanto all’adempimento de’ suoi doveri, né quanto ai sentimenti intorno al presente Governo.

28. Amalfi, Arcivescovado, rendita lorda: 2684 ducati.

Monsignor [Silvestro] Miccù. Non se ne parla vantaggiosamente. È molto interessato, e poco adempie ai suoi doveri. I suoi sentimenti sono dubbi.

[f. 9]

29. Castellammare [di Stabia], Vescovado, rendita lorda 2100, 80 ducati.

Il Vicario Capitolare Irace è di età avanzata, degno per l’onestà e talento; governa con prudenza e soddisfazione dei diocesani, ed è attaccato al presente Governo.

30. Cava [dei Tirreni], Vescovado, rendita lorda: 3907, 46 ducati.

Il Vicario Capitolare è persona di cui se ne parla generalmente bene.

31. Nocera, Vescovado, rendita lorda: 3475, 80 ducati.

Il Vicario Capitolare Villani è uomo cordato, dotato di molte cognizioni, e bada bene all’adempimento dei propri doveri.

32. Sarno, Vescovado, rendita lorda: 2344, 22 ducati.

Monsignor [Lorenzo] Potenza. È di età molto avanzata. Poca cura si prende della Diocesi, ed è di equivoci sentimenti. È fuori di residenza da molti anni, trattenendosi in Napoli.

[f. 10]

33. Acerno, Vescovado, rendita lorda: 860, 88 ducati.

Monsignor [Giuseppe] Mancuso. Non gode la generale opinione dei suoi Diocesani, ed è dubbia la sua condotta.

34. Capaccio, Vescovado, rendita lorda: 2105 ducati.

Monsignor [Filippo] Speranza. È di ottima morale e governa molto bene le Chiese delle due sue Diocesi.

35. Policastro, Vescovado, rendita lorda: 2086 ducati.

Monsignor [Ludovico] Ludovici. È noto pel suo attaccamento al passato Governo, essendosi con l’incarico di Visitatore, e contro il prescritto dai Sacri Canoni, mischiato nella inquisizione dei voluti Rei di Stato del 1799. Ora dicesi che bada ai propri doveri, ma è da riputarsi per persona equivoca di sentimenti e di attaccamento al presente Governo, e perciò sospetto al medesimo, per cui si è fatto partire per Roma.

36. Minori, Vescovado, rendita lorda: 958 ducati.

Il Vicario Capitolare, canonico Iannelli, è uomo di poco talento, ma di ottimi costumi. Governa con prudenza ed è indifferente di sentimenti.

[f. 11]

37. Capri, Vescovado, rendita lorda: 325, 85 ducati.

[sede vacante]

38. Marsico Nuovo, Vescovado, rendita lorda: [assente].

Monsignor [Paolo] Garzilli. È uomo di poco talento, governa però con prudenza e con soddisfazione la sua Diocesi.

III) PRINCIPATO ULTRA

39. Ariano, Vescovado, rendita lorda: 6301, 74 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Cela, è di buoni talenti, di mediocre morale, e di equivoci sentimenti.

[f. 12]

40. Conza, Arcivescovado, rendita lorda: 4411, 20 ducati.

Monsignor [Gioacchino Maria] Mancusi. Di buona morale, ma di equivoci sentimenti. Gode la pubblica opinione. È stato chiamato in Napoli dal Governo e si trova a disposizione della Polizia.

41. Nusco, Vescovado, rendita lorda: 3450, 22 ducati.

Il Vicario Capitolare [è] Emiddio Vecchia. Di buona morale, e di buoni sentimenti. Gode la pubblica opinione.

42. Sant’Agata de’ Goti, Vescovado, rendita lorda: 3571, 68 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Truppi, è di buoni talenti, di buona morale, e di buoni sentimenti; gode la pubblica opinione, ed è attaccato al presente Governo.

43. Avellino, Vescovado, rendita lorda: 2366, 3 ducati.

Monsignor [Sebastiano] de Rosa. Di buona morale, ma di equivoci sentimenti. È poco sensibile alla voce dei poveri, e non gode la pubblica opinione.

[f. 13]

44. Montemarano, Vescovado, rendita lorda: 2223, 90 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Gambale, è di ottimi talenti, di buona morale, e di buoni sentimenti. Gode la pubblica opinione, ed attaccamento al presente Governo.

45. Lacedonia, Vescovado, rendita lorda: 1310, 80 ducati.

Monsignor [Francesco Ubaldo] Romanzi. È di ottimi talenti, di buona morale, e di buoni sentimenti; energico nel disimpegno del di lui Ministero, e gode la pubblica opinione.

46. Monteverde, Vescovado, rendita lorda: 1482, 92 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Cristiani, è di ottimi talenti, di buona morale, e di buoni sentimenti; gode la pubblica opinione, ed è attaccato al presente Governo.

47. Sant’Angelo [dei Lombardi] e Bisaccia, Vescovado, rendita lorda: 1621, 29 ducati.

Il Vicario Capitolare, Sacerdote Izzo, è di mediocri talenti, di buona morale, e di buoni sentimenti; gode la pubblica opinione ed è attaccato al presente Governo. Questo ora è morto e porzione dei Canonici elessero il Canonico Tenore, altri il Canonico Capaldi, per cui è insorta una lite orribile tra questi due pretendenti; cosicché si ordinò al Metropolitano di nominarne un terzo, ma la lite in luogo di cessare si è accresciuta, per cui quella Diocesi è in uno stato deplorabile.

[f. 14]

48. Trevico, Vescovado, rendita lorda: 1210 ducati.

Monsignor [Agostino Gregorio] Golino. Di buoni talenti, di ottima morale, e di ottimi sentimenti; gode la pubblica opinione, ma è vecchio di anni 86.

49. Benevento, Arcivescovado, rendita lorda: [assente].

Monsignor [Domenico] Spinucci. È fornito di tutte quelle qualità che si richieggono in un buon Pastore. Esige per tal riguardo la stima di tutti i suoi Diocesani.

IV) PROVINCIA di LUCERA

50. Lucera, Vescovado, rendita lorda: 2112, 60 ducati.

Monsignor [Alfonso Maria] Freda. Di condotta piuttosto esemplare; ma la sua freddezza a pro del presente Governo, ed il deciso attaccamento a pro del passato danno luogo da dubitare dei suoi sentimenti.

[f. 15]

51. San Severo, Vescovado, rendita lorda: 3464, 45 ducati.

Il Vicario Capitolare è di ottima morale; alquanto inerte all’esercizio dei suoi doveri. Non è avverso al Governo.

52. Bovino, Vescovado, rendita lorda: 5768, 15 ducati.

Il Vicario Capitolare, Arcidiacono Don Carlo Maria Santoro, è di buona condotta, esatto e diligente nel suo Ministero, ed è attaccatissimo al presente Governo.

53. Troia, Vescovado, rendita lorda: 10863, 8 ducati.

Monsignor [Michele] Palmieri. Di buona morale. Poco assiduo nella sua Diocesi, e specialmente in Foggia; è attaccato al passato Governo, e si mostra indifferente pel presente. Nel passaggio di Sua Maestà in Foggia destò meraviglia a tutti il trovarsi assente.

54. Manfredonia, Arcivescovado, rendita lorda: 6088, 33 ducati.

Monsignor [Giovanni Gaetano] del Muscio. È uomo pieno di dottrina, e di probità; si mostra attaccato al presente Governo, ma è molto ambizioso ed ha cambiato tre Chiese per ottenerne sempre una migliore.

[f. 16]

55. Termoli, Vescovado, rendita lorda: 1112, 8 ducati.

Il Vicario Capitolare, Diacono Marchese, è uomo prudente e di buona morale. Regge plausibilmente la sua Diocesi, e non è avverso al Governo.

56. Trivento, Vescovado, rendita lorda: 1881, 94 ducati.

Monsignor [Luca Nicola] de Luca. Conosciuto nella Repubblica Letteraria. Nelle passate vicende la Mensa fu sottoposta al sequestro per una di lui Pastorale, e fu anche obbligato ad assumere, per suo Vicario Generale, persona attaccata alle massime del passato Governo. È fuori di residenza da molti anni, trattenendosi sotto vari pretesti qui in Napoli.

57. Larino, Vescovado, rendita lorda: 2588 ducati.

Il Vicario Capitolare, Arcidiacono Bucci, si conduce bene. La disciplina è molto negletta nella sua Diocesi, ma non è avverso al presente Governo.

58. Vieste, Vescovado, rendita lorda: 871, 10 ducati.

Il Vicario [è Don] Arcarola. È di somma pietà e di molte cognizioni, né è contrario al presente Governo.

[f. 17]

59. Ascoli [Satriano], Vescovado, rendita lorda: 2834, 25 ducati.

Il Vescovo, Monsignor [Emanuele] de Tomasi è ultimamente morto e s’ignora finora chi sia il Vicario Capitolare.

60. Guardialfiera, Vescovado, rendita lorda: 334, 40 ducati.

Il Vicario Capitolare [è Don] Jacopodonato. È di plausibile condotta. Potrebbe però migliorare il Clero. Vi è stato qualche sospetto di suo poco attaccamento al presente Governo, ma si crede piuttosto indifferente che inimico il medesimo.

61. Volturara [Appula], Vescovado, rendita lorda: 1047, 40 ducati.

Monsignor [Nicola] Martini. Di sana morale, potrebbe però regolar meglio la sua Diocesi. È conosciutissimo pel suo attaccamento al presente Governo.

62. Isernia, Vescovado, rendita lorda: 1612, 38 ducati.

Monsignor [Michelangelo] della Peruta. È uomo di buona morale e di esemplare condotta. Passa generalmente per attaccatissimo al passato Governo, e poco contento del presente. Ora è morto, e s’ignora la condotta del Vicario Capitolare.

[f. 18]

63. Bojano, Vescovado, rendita lorda: 875, 50 ducati.

Monsignor [Niccolò] Rossetti. È riputato come un uomo venale, ed è poco amante della giustizia. Il Clero della sua Diocesi è generalmente poco corretto ed esemplare. Non è pero contrario al presente Governo.

V) PROVINCIA di MATERA

64. Matera, Arcivescovado, rendita lorda: 3752 ducati.

Monsignor [Camillo] Cattaneo [della Volta]. Ottimo, ed è amato e rispettato dal suo Clero, che è edificante. La sua condotta corrisponde al suo Apostolico Ministero, ed a quello di un ottimo suddito. Ha molti talenti, anche estranei a quelli della sua pastorale cura, e particolarmente in sana politica.

65. Melfi, Vescovado, rendita lorda: 15354, 90 ducati.

Monsignor [Filippo] de Aprile. Irreprensibile per la sua condotta personale. Per lo Clero e Diocesi non si conduce come converrebbe per mancanza di abilità e di zelo.

[f. 19]

66. Anglona e Tursi, Vescovado, rendita lorda: 2667, 71 ducati.

Monsignor [Salvatore] Vecchioni. Di plausibile condotta personale. Vecchio e rigido col suo Clero, in guisa che gli manca l’arte di sapersi guadagnare il suo rispetto insieme ed amore, onde non è quello che dovrebbe essere.

67. Lavello, Vescovado, rendita lorda: 493, 59 ducati.

Il Vicario Capitolare, Arcidiacono Piccione, è vecchio e di non molti talenti. Il Clero, benché ristrettissimo, non è molto disciplinato, ma non per sua colpa. Sotto il passato Governo ebbe varie accuse, che dall’Arcivescovo di Matera furono trovate tutte insussistenti e calunniose.

68. Venosa, Vescovado, rendita lorda: 1706 ducati.

Il Vicario Capitolare, Primicerio Calvino, è uomo dabbene, e di mediocre abilità. Procura di mantenere nel Clero la buona disciplina, già fissatasi dal trapassato Vescovo. La sua condotta corrisponde al suo carattere, ed alla sua probità.

69. Muro [Lucano], Vescovado, rendita lorda: 1479, 40 ducati.

Monsignor [Giovanni Battista] Ferroni. Probo, dotto, ed esemplare prelato. Essendo della stessa Diocesi e di bassissima estrazione non ha, per tal motivo, meritato quel rispetto che gli era dovuto, né hanno potuto ancora tali sue qualità produrre nel Clero particolarmente quello effetto che doveva sperarsene.

[f. 20]

70. Montepeloso [Irsina], Vescovado, rendita lorda: 2609, 40 ducati.

Monsignor [Michele Arcangelo] Lupoli. Di mediocri talenti e cognizioni, ma intrigante, talché nelle passate vicende si è trovato male con ambedue i partiti. È molto rigido col suo Clero, da cui è odiato. La sua condotta personale è regolare.

71. Tricarico, Vescovado, rendita lorda: 8654 ducati.

Il Vicario Capitolare, Arcidiacono Laratta, è probo e dotto. Pecca di soverchia meticolosità, ed è attaccato ai diritti del Papa sopra i Vescovi. Mantiene quel Clero in una mediocre disciplina, che per oscitanza del passato Vescovo era interamente corrotta. La sua condotta corrisponde al suo carattere ed alle sue qualità.

72. Potenza, Vescovado, rendita lorda: 2746, 70 ducati.

Monsignor [Bartolomeo] de Cesare. Dottissimo. Con somma lode ha disimpegnato la cura parrocchiale di Sant’Angelo a Segno, di questa Capitale. È Vescovo da un anno e s’affatica col suo zelo a rimettere la buona disciplina in quel Clero, che era indisciplinato.

VI) PROVINCIA di BARI

[f. 21]

73. Trani, Arcivescovado, rendita lorda: 3220, 26 ducati.

Monsignor [Luigi Maria] Pirelli. Di ottima morale, è zelante della disciplina ecclesiastica sino forse alla severità. La Diocesi è sconcertata per molte cause, ma non per poca vigilanza di lui. Il Clero è immorale per le diverse giurisdizioni, alle quali è soggetto. Il Seminario è occupato da poca truppa, e perciò manca un mezzo per una utile riforma del Clero; si è ordinato però che il Seminario suddetto fosse evacuato dall’alloggio delle truppe; ed ora si trova addetto per uso di Tribunale straordinario.

74. Bisceglie, Vescovado, rendita lorda: 1778, 19 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Bardi, uomo di misurati talenti, di una esimia probità, e di una purissima intenzione; talché il Clero è disciplinatissimo, ed assai costumato, e può dirsi il migliore della Provincia.

75. Polignano, Vescovado, rendita lorda: 2634, 36 ducati.

Il Vicario Capitolare, Arcidiacono Basile, è fornito di dottrina e di sommo zelo, onde è rispettato ed amato da tutta la popolazione. Il Clero è mezzanamente disciplinato, ma è bene istruito.

76. Monopoli, Vescovado, rendita lorda: 3398 ducati.

Monsignor [Lorenzo] Villani. Ultimamente promosso al Vescovado non manca di buona intenzione, e di lumi, ma non ha ancora spiegato un carattere energico, qual si converrebbe verso di un Clero di tutta la Diocesi indisciplinato.

[f. 22]

77. Bitetto, Vescovado, rendita lorda: 1866 ducati.

Il Vicario Capitolare Arcidiacono Cassizzi è di scarsi talenti, ma probo, e di buona condotta. Per la lunga vacanza di questa Chiesa il Clero è reso ignorante ed immorale.

78. Bitonto, Vescovado, rendita lorda: 1938, 22 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Luccarelli, vecchio di mediocri talenti, di somma probità, e di consumata prudenza, onde è ben veduto dalla popolazione. La cura spirituale è affidata ad ottimi Parrochi, che seguono gli stabilimenti del famoso defunto Vescovo.

79. Molfetta, Vescovado, rendita lorda: 2928, 79 ducati.

Il Vicario Capitolare, Arcidiacono Candia, è uomo fornito di dottrina, di prudenza, e di ottima morale; ed è particolarmente commendabile per aver conservata la buona disciplina nel Clero, ch’è generalmente costumato, e per l’istruzione del popolo.

80. Minervino, Vescovado, rendita lorda: 1031, 80 ducati.

Monsignor [Pietro] Mancini. È Chiesa vacante per morte del detto [Monsignor] Mancini seguita nell’anno scorso [1808]. Il Vicario Capitolare, Canonico Capua, è di mediocre talento, ma di una regolare condotta. Non vi è Seminario, e la popolazione è scissa in partiti. Il Ceto Ecclesiastico non è commendevole né per scienza né per costume.

[f. 23]

81. Gravina, Vescovado, rendita lorda: 1065, 26 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Don Domenico Guida, è di buona morale, ma debole, ma debole, onde avviene che non sempre è ubbidito. Quanto all’attaccamento al presente Governo, non ha estrinsecati i suoi sentimenti; generalmente però è reputato per uomo dabbene.

82. Conversano, Vescovado, rendita lorda: 2138, 68 ducati.

Monsignor [Gennaro] Carelli. Colto a sufficienza, saggio, ed ornato di maniere facili e prevenenti. Invigila sopra il suo Clero, che è mezzanamente istruito, e disciplinato. Prende cura del Seminario, ed è impegnato ad una nuova e migliore educazione della sua Diocesi.

83. Ruvo, Vescovado, rendita lorda: 949, 85 ducati.

Monsignor [Pietro] Ruggieri. Per la sua avanzata età, essendo stato promosso al Vescovado nel 1759, si è ritirato in Pescosolido, sua Patria. Ha regolata la Chiesa col massimo zelo, e per mancanza di Seminario ha ritirato il suo piccolo Clero nell’Episcopio, dove lo fa istruire. Il suo Vicario Generale è di mediocre capacità, e di plausibile condotta.

84. Giovinazzo, Vescovado, rendita lorda: 2735, 42 ducati.

Monsignor [Michele] Continisio. È uomo dotto, di sanissima morale, e di eccellente condotta. Per la sua avanzata età è reso quasi imbecille, e per tal cagione in Giovinazzo, e molto più in Terlizzi, la disciplina del Clero è sensibilmente alterata.

[f. 24]

85. Andria, Vescovado, rendita lorda: 3176, 50 ducati.

Monsignor [Salvatore Maria] Lombardi. Molto versato nella scienza de’ Canoni; applicatissimo alla buona istituzione della gioventù ecclesiastica. Messa a sacco e fuoco la città nel 1799, a proprie sue spese ristabilì il Seminario, fornì di sacri arredi la Cattedrale, e rimise un Conservatorio di povere orfane, erogando grosse somme per provvederle di tutto il bisognevole. La sua condotta è molto decente, e gode la pubblica opinione, e la stima del Clero.

86. Bari, Arcivescovado, rendita lorda: 3866, 17 ducati.

Monsignor [Baldassare] Mormile. Di carattere docile, umano e manieroso, ma avrebbe bisogno di maggiore energia, e [dovrebbe essere] meno compiacente verso alcune persone. Il Clero della intera Diocesi è immorale, e senza disciplina. È nuovo nel Governo della sua Chiesa e perciò non ancora ha ottenuto i pubblici suffragi.

VII) PROVINCIA di LECCE

87. Taranto, Arcivescovado, rendita lorda: 14697, 88 ducati.

Monsignor [Giuseppe] Capecelatro. È abbastanza noto per la sua dottrina e per la sua morale, e per l’attaccamento al presente Governo.

[f. 25]

88. Brindisi, Arcivescovado, rendita lorda: 3320 ducati.

Monsignor [Annibale] de Leo. Dotto, e di ottima morale, e la Diocesi è da lui esemplarmente governata. Questo è uno dei migliori Vescovi che abbia il Regno.

89. Otranto, Arcivescovado, rendita lorda: 3094, 36 ducati.

Monsignor [Vincenzo Maria] Morelli. Dotto e santo uomo, ma non atto a governare.

90. Gallipoli, Vescovado, rendita lorda: 7355, 44 ducati.

Monsignor [Giovanni Giuseppe] [della Croce] de Nisi. Avaro, dispotico, e di mala fede; vuole ingerirsi in tutto, e per la sua vanità è capace di ogni eccesso. Ora però si trova da più mesi arrestato per ordine della Polizia.

91. Oria, Vescovado, rendita lorda: 2407 ducati.

Monsignor [Fabrizio] Cimino. Ipocrita, capriccioso, ed ostinato, portato molto alla vendetta.

[f. 26]

92. Ugento, Vescovado, rendita lorda: 1595, 58 ducati.

Monsignor [Giuseppe Corrado] Pansini. Manca da molto tempo dalla sua Diocesi; ora però è ritornato. Nelle passate vicende del 1799 fu destinato dal passato Governo a dissacrare molti Preti e Frati, che furono giustiziati. La voce pubblica è che sia attaccatissimo al passato Governo.

93. Castellaneta, Vescovado, rendita lorda: 2826, 63 ducati.

Il Vicario Capitolare, Arcidiacono Don Giuseppe Oronzio Patroni, uomo di decrepita età, e perciò raggirato dalla famiglia Specchi. Governa male la Diocesi, ed è in continua lite del [con il] Capitolo, né ha mai estrinsecati i suoi sentimenti intorno al presente Governo.

94. Lecce, Vescovado, rendita lorda: 3937, 48 ducati.

Ora è stato eletto il Vicario Apostolico [il] Canonico Iovane; egli è uomo dotto, e si vedrà la sua riuscita.

95. Castro [di Puglia], Vescovado, rendita lorda: 1317, 50 ducati.

Monsignor [Francesco Antonio] del Duca. Molto vecchio, ed accidioso, ma buono soggetto.

[f. 27]

96. Nardò, Vescovado, rendita lorda: 4013, 2 ducati.

Il Vicario Capitolare, Arcidiacono Don Achille de Pandi, uomo di non esemplare morale, ma governa bene la sua Diocesi, ed è attaccato al presente Governo.

97. Ostuni, Vescovado, rendita lorda: 2888, 57 ducati.

Il Vicario Capitolare non ha dato sino ad ora motivo alcuno da far giudicare quali siano i suoi sentimenti. La sua condotta esteriore non è riprensibile.

98. Alessano, Vescovado, rendita lorda: 2010, 50 ducati.

Il Vicario Capitolare non ha data occasione di estrinsecare i suoi veraci sentimenti intorno al presente Governo, ma la sua condotta esteriore non è da riprendersi.

99. Mottola, Vescovado, rendita lorda: 4474, 75 ducati.

Se ne hanno tutti i buoni rapporti del Vicario Capitolare. La sua famiglia è tutta attaccatissima all’attuale Governo, talché soffrì moltissimo nel 1799 da’ briganti di quella popolazione.

[f. 28]

VIII) PROVINCIA di COSENZA

100. Cosenza, Arcivescovado, rendita lorda: 7991, 20 ducati.

Monsignor [Vincenzo Nicola Pasquale] Dentice. L’Arcivescovo è ultimamente trapassato; del Vicario Capitolare nulla ancora se ne sa, e si attende informazione della di lui condotta.

101. Rossano [Calabro], Arcivescovado, rendita lorda: 4780, 40 ducati.

Monsignor [Gaetano Paolo] de Miceli. Di mediocri talenti; governa bene il suo gregge, e mena una vita esemplare, e mantiene una esatta disciplina nei suoi subordinati. È stato sempre ben riguardato dal passato Governo; ed ora con le sue omelie ha mostrato di essere molto attaccato all’attuale Governo, sebbene si dubita essere più attaccato a quello passato.

102. San Marco [Argentano], Vescovado, rendita lorda: 2158, 70 ducati.

Monsignor [Reginaldo] Coppola. Dotato di ottime qualità, di ottimi talenti, e zelante nel disimpegno del suo Ministero. La sua avanzata età, e gli incomodi di sua salute, non gli permettono di esser molto attivo, ma gode però la universale pubblica opinione.

[f. 29]

103. Umbriatico, Vescovado, rendita lorda: 2854, 47 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Don Gennaro Paladino, è di buoni costumi, di sana morale, e molto zelante nell’esercizio del suo Ministero, non che esemplare nella disciplina, e nei doveri della Religione. È molto attaccato al presente Governo, e gode la pubblica opinione.

104. Cariati e Cerenzia, Vescovado, rendita lorda: 1462, 90 ducati.

È diviso questo Vescovado in due Vicari Capitolari. Uno risiede in Cariati ed è il Penitenziere Don Antonio Cristaldi, di sufficienti talenti, di buona morale, e molto zelante nel disimpegno della sua carica, e la sua condotta è molto esemplare, e mostra di essere attaccato al presente Governo. L’altro risiede in Cerenzia ed è Don Marco de Franco, bastante, zelante, di buona morale, e governa bene, imparziale pel passato e pel presente Governo, e gode la pubblica opinione.

105. Cassano [allo Ionio], Vescovado, rendita lorda: 4323, 92 ducati.

Il Vicario Generale, Don Giuseppe Sarda, è di buoni talenti, zelante per l’osservanza della buona disciplina, ed invigila sulla condotta dei suoi subordinati; ma gli incomodi di sua salute non lo fanno essere attivo di vantaggio.

[f. 30]

106. Martirano, Vescovado, rendita lorda: 1995, 83 ducati.

Il Vicario Capitolare, Canonico Don Gaspare Pirri, è dotato di molti talenti; non governa male la Diocesi, non si dubita che nutra cattiva morale; mantiene la disciplina nei suoi subordinati; per la fama però è di equivoci sentimenti riguardo al presente Governo per essersi mostrato difensore de’ briganti; e per la sua avanzata età non è molto attivo, e perciò non gode la pubblica opinione.

107. Strongoli, Vescovado, rendita lorda: 2422, 24 ducati.

Il Vicario Capitolare Canonico Capizzuto [Capizuti] è di mediocri talenti, e mediocremente governa la Diocesi, e mantiene abbastanza la disciplina nei suoi subordinati. Fu molto attaccato al passato Governo, ed attualmente la sua condotta è molto dubbia, come egualmente è la sua morale.

IX) PROVINCIA di CATANZARO

108. Catanzaro, Vescovado, rendita lorda: 2670, 50 ducati.

Monsignor [Giovanni Francesco] d’Alessandria. Poco attaccato all’attuale Governo, non trascura i doveri episcopali, e nelle vicende di Catanzaro si è condotto con prudenza, e dal suo canto ha contribuito a mantenere il buon ordine.

[f. 31]

109. Santa Severina, Arcivescovado, rendita lorda: 3638, 13 ducati.

Monsignor [Pietro Fedele] Grisolia. Vecchio, [per] niente amico all’attuale Governo, uomo debole, che viene regolato dai Preti del Ritiro di Mesoraca, dove frequentemente dimora.

110. Cotrone [Crotone], Vescovado, rendita lorda: 3347, 85 ducati.

Monsignor [Rocco] Coiro. Uomo dotto, abile nel suo Ministero, perseguitato perché zelante, ed attaccato all’attuale Governo; ha sofferto lo spoglio, ed ora si trova qui in Napoli.

111. Tropea, Vescovado, rendita lorda: 4215, 52 ducati.

Monsignor [Gerardo] Mele. Amante del suo comodo, e vive per quanto può lontano dalla sua Diocesi, la quale non è contenta di lui. Si crede che la sua opinione non sia analoga all’attuale Governo.

112. Mileto, Vescovado, rendita lorda: 6453, 90 ducati.

Monsignor [Enrico] Capece Minutolo. Buono ecclesiastico per obbedire, ma non per regolare una vasta Diocesi, da cui non è amato, e donde ama di star lontano; è limosiniero, e non si crede attaccato all’attuale Governo.

[f. 32]

113. Nicastro, Vescovado, rendita lorda: 2504, 96 ducati.

Monsignor [Carlo] Pellegrini. Affezionato all’attuale Governo, quantunque interessato, si è prestato alle requisizioni; è un ecclesiastico abile nel suo Ministero, ma non lascia mai la propria abitazione per acciacchi di salute. La Diocesi non se ne mostra scontenta.

114. Isola [Capo Rizzuto], Vescovado, rendita lorda: 3349, 81 ducati.

S’ignora chi sia il Vicario Capitolare.

115. Squillace, Vescovado, rendita lorda: 3615, 66 ducati.

Il Vicario Capitolare, Don Vincenzo Baldaja, è un debole ecclesiastico, e raggirato, ma uomo dabbene. Per opinione ama il Governo passato.

116. Belcastro, Vescovado, rendita lorda: 1605, 36 ducati.

Monsignor [Vincenzo] Greco. È stato ultimamente trucidato dai briganti. Era uomo esemplare, e zelante nell’adempimento del suo Ministero. Il Vicario Capitolare, Canonico Cirillo, è un onesto ecclesiastico; ha sofferto dai briganti il saccheggio per l’attaccamento all’attuale Governo.

[f. 33]

117. Nicotera, Vescovado, rendita lorda: 1104, 35 ducati.

Monsignor [Giuseppe Vincenzo] Marra. Ecclesiastico dabbene; ebbe la disgrazia, una volta, di divenir matto, ma non manca di fare il suo dovere. La Diocesi n’è contenta ed è attaccato, per opinione, all’attuale Governo.

118. Bova, Vescovado, rendita lorda: 1525 ducati.

Per le circostanze non si è potuto prendere conto delle qualità del Vicario Capitolare.

119. Oppido [Mamertina], Vescovado, rendita lorda: 1515, 61 ducati.

Monsignor [Alessandro] Tommasini. È questo il migliore dei Vescovi in quella Provincia. Ha tutte le qualità necessarie al suo Ministero; abile, zelante, prudente, limosiniero, ha edificato l’Episcopio, il Seminario, ed è il migliore della Provincia per l’attaccamento all’attuale Governo; fu sorpreso dai briganti per ordine del Governo Siciliano, e trasportato in Messina dove si trova.

120. Reggio [di Calabria], Arcivescovado, rendita lorda: 5000 ducati.

Monsignor Bernardo [Maria] [Cenicola] della Concezione. Vecchio, non amico dell’attuale Governo, ma pure dai briganti fu gravemente ferito. È buon ecclesiastico, ma Vescovo debole, e che si lascia condurre dove vogliono gli altri; egli era frate Alcantarino.

[f. 34]

121. Gerace, Vescovado, rendita lorda: 2847, 77 ducati.

Il Vicario Capitolare [è] Don Reginaldo Longo. Degno soggetto, attaccato al Governo. Ecclesiastico abile, e che da Vicario del passato Vescovo fu eletto a Vicario Capitolare dal Clero di Gerace.

X) PROVINCIA di CHIETI

122. Chieti, Arcivescovado, rendita lorda: 4730, 50 ducati.

Monsignor [Francesco Saverio] Bassi. Illuminato a sufficienza, ed amabile. Nel passato Governo fu arrestato, e travagliò molto per giustificare la sua condotta.

123. Lanciano, Arcivescovado, rendita lorda: 1071, 45 ducati.

Monsignor [Francesco] Amoroso. Di ottima morale. Ha procurato di mantenersi a livello con tutti i partiti; è però debole, ed il suo Vicario Generale, profittando di tal sua debolezza, viene generalmente reputato per uomo rapace.

[f. 35]

XI) PROVINCIA dell' AQUILA

124. Aquila, Vescovado, rendita lorda: 841, 76 ducati.

Monsignor [Francesco Saverio] Gualtieri. È noto abbastanza, e non gode la pubblica opinione, per cui non è amato dai suoi Diocesani. È stato chiamato dalla Polizia qui in Napoli.

125. Civita Ducale, Vescovado, rendita lorda: 111, 75 ducati.

Il Vicario Capitolare, Don Emmanuele Ceceri, è molto versato nel diritto canonico e civile, non che nelle cose ecclesiastiche; gode la pubblica stima per la integrità dei suoi costumi, e pel disinteresse, e zelo, con cui governa la Diocesi.

126. Marsi e Pescina, Vescovado, rendita lorda: 1684 ducati.

Monsignor [Camillo Giovanni] Rossi. Di carattere dolce, ed insinuante. Gode vantaggiosa opinione per la sua dottrina, pel suo disinteresse, e per la sua carità verso i poveri; attaccato per sentimento all’attuale Governo, ed è molto applicato all’adempimento dei doversi del suo sacro Ministero; e la sua condotta viene generalmente commendata da tutti.

[f. 36]

127. Valva e Sulmona, Vescovado, rendita lorda: 836, 84 ducati.

Vi sono due Vicari Capitolari; uno risiede in Pentima, e governa la Chiesa di Valva, e l’altro risiede in Sulmona. Il primo è il Canonico Don Pelino Scipioni, fornito di ottime qualità, di lodevole condotta, e molto accetto alla intera Diocesi; il secondo è l’Arcidiacono Don Saverio Sardi, di ogni eccezione maggiore per la sua dottrina, pel suo disinteresse, e pel suo zelo nel mantenere il buon ordine, e la tranquillità nella sua Diocesi, sebbene si creda attaccato al passato Governo.

128. Ortona e Campli, Vescovado, rendita lorda: 1383 ducati.

Il Vicario Capitolare, Don Tommaso Curse, è uomo dotto, ma di poca attività per essere stato tocco da insulto apoplettico.

129. Rieti in Regno, Vescovado, rendita lorda: [assente].

Questo Vescovado è nello Stato Pontificio, ed esercita giurisdizione in Montereale, ed altri luoghi vicini nella provincia dell’Aquila, e vi tiene un Vicario. Questi è Don Francesco Canale, uomo di mediocre morale, e di limitati talenti; non governa male la Diocesi, ma è poco amato da quel Clero.

XII) PROVINCIA di TERAMO

[f. 37]

130. Teramo, Vescovado, rendita lorda: 1017, 32 ducati.

Monsignor [Francesco Saverio] Nanni. Porta generalmente opinione di uomo da bene.

131. Atri e Penne, Vescovado, rendita lorda: 1077, 25 ducati.

Monsignor [Niccolò Francesco] Franchi. Uomo noto abbastanza. È stato sempre lontano dalla sua Chiesa, ed ora si trattiene in Roma. Il Vicario, Arcidiacono Rocchi, è rigido nel suo impiego, ma molto avanzato in età. Il suddetto Vescovo ora è ritornato alla sua Diocesi.

Riferimenti bibliografici e collegamenti intertestuali

  • Luigi Alonzi, Il vescovo prefetto: la diocesi di Sora nel periodo napoleonico (1796-1818), Centro di studi sorani "Vincenzo Patriarca", Sora 1998.
  • Jacques-Olivier Boudon, ( a cura di), Dictionnaire des évêques français du XIXe siècle, Cerf, Parigi 2021.
  • Gabriele De Rosa, Tempo religioso e tempo storico : saggi e note di storia sociale e religiosa dal Medioevo all'età contemporanea, volume III, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1998, pp. 171-191.
  • Aurelio Musi, Il Regno di Napoli, Morcelliana, Brescia 2016.
  • Scheda su monsignor Agostino Gregorio Golino [o Golini], al link<https://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bgolino.html> [URL consultato il 29 luglio 2022].
  • Scheda su monsignor Vincenzo Greco, al link<https://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bgrecov.html> [URL consultato il 29 luglio 2022].
  • Scheda su monsignor Pietro Mancini, al link<https://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bmancinip.html> [URL consultato il 29 luglio 2022].

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Hinc felix illa Campania est, ab hoc sinu incipiunt vitiferi colles et temulentia nobilis suco per omnis terras incluto, atque (ut vetere dixere) summum Liberi Patris cum Cerere certamen. Hinc Setini et Caecubi protenduntur agri. His iunguntur Falerni, Caleni. Dein consurgunt Massici, Gaurani, Surrentinique montes. Ibi Leburini campi sternuntur et in delicias alicae politur messis. Haec litora fontibus calidis rigantur, praeterque cetera in toto mari conchylio et pisce nobili adnotantur. Nusquam generosior oleae liquor est, hoc quoque certamen humanae voluptatis. Tenuere Osci, Graeci, Umbri, Tusci, Campani.
[Plinius Sen., "Nat. Hist." III, 60]

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