Papa, Aniello

Dizionario biografico dei legionari fiumani provenienti dalla Campania

di Federico Scarano

Nacque il 7 settembre 1899 a Pietrastornina (Avellino) da Pasquale e da Urcinoli Anna. Di famiglia contadina fu richiamato alle armi nel giugno 1917 ed entrò negli Arditi, i reparti speciali d’assalto, raggiungendo il fronte il 23 novembre 1917 all’indomani di Caporetto. Era con gli Arditi aggregati al 278° reggimento di fanteria. Ottenne una croce di guerra. L’esperienza negli Arditi lo formò tanto da farsi tatuare sull’avambraccio sinistro il distintivo di questo corpo speciale. Come molti Arditi egli si unì alle truppe di D’Annunzio a Fiume sia pur non dall’inizio dell’impresa del poeta nazionalista. Egli infatti, in una data imprecisata tra agosto e settembre 1920, disertò dalla compagnia Arditi reggimentali del 24° Fanteria che si trovava acquartierata nelle vicinanze di Volosca nel Quarnaro non lontano da Fiume. A Fiume Papa si arruolò nelle truppe di D’Annunzio unendosi all’8°reparto d’assalto comandato dal maggiore Giuseppe Nunziante e aderendo poi alla sezione lanciafiamme del reparto comandato dal sottotenente Luigi Carminati. Temendo sanzioni disciplinari dall’esercito italiano assunse lo pseudonimo di Francesco Zappa. Prese parte ai combattimenti del cosiddetto “Natale di sangue” del 1920 quando, dopo gli accordi di Rapallo con la Iugoslavia e la decisione di creare lo Stato indipendente di Fiume, il governo guidato da Giolitti decise d’intervenire militarmente per sloggiare D’Annunzio da Fiume. Fu smobilitato e rimpatriato da Fiume il 6 gennaio 1921 in base agli accordi di Abbazia del precedente 31 dicembre tra il generale Carlo Ferrario, rappresentante del comandante delle forze italiane in Venezia Giulia Enrico Caviglia, e il capitano Nino Host-Venturi, comandante delle milizie di Fiume insieme al capitano Riccardo Gigante, podestà di Fiume, in rappresentanza della città di Fiume. L’accordo garantiva da ogni sanzione disciplinare o penale tutti i partecipanti all’impresa di D’Annunzio che non si fossero resi responsabili di reati comuni. Congedato dall’esercito il 13 marzo 1921 rimase però nell’ambito militare arruolandosi nei Carabinieri, allora Carabinieri Reali, prestando servizio prima a Salerno, poi a Roma e nel Lazio e quindi, dal 27 febbraio 1930, ad Ancona e provincia. Nelle Marche la sua situazione personale si stabilizzò e si sposò l’8 aprile 1934. Il fascismo dette anche ai legionari fiumani il titolo di squadristi e Mussolini dichiarava d’ispirarsi anche agli Arditi ed era da loro sostenuto; Papa acceso nazionalista e devoto al fascismo e al suo capo, s’iscrisse già il 1° marzo 1921 al movimento dei Fasci italiani di combattimento fondato dal «duce» il 23 marzo 1919 e poi trasformato in partito nazionale fascista (PNF) il 9 novembre 1921; così risulta dal suo Foglio matricolare.
La città di Fiume fu annessa infine all’Italia a seguito degli accordi italo-iugoslavi di Roma del 27 gennaio 1924 che sanciva il passaggio della città di Fiume all’Italia e alla Iugoslavia del resto del Territorio Libero di Fiume. In quell’occasione Papa scrisse un’interessante lettera a D’Annunzio, il 22 marzo 1924, nella quale gli esprimeva la sua incondizionata fedeltà, ammirazione e si dichiarava pronto a seguirlo al suo primo “squillo di guerra” «per la liberazione della Dalmazia Italiana [sic!], lasciata nelle mani del nimico slavo dagli antichi mercanti dell’onor nazionale».
Svolse una normale carriera nell’Arma e nel 1943 e aveva il grado di maresciallo capo presso la stazione dei Carabinieri di Morra d’Alba in provincia di Ancona. Risulta trasferito in zona di guerra, probabilmente in Iugoslavia, dal 6 aprile 1941, giorno dell’attacco dell’Asse al Paese balcanico, fino al 31 dicembre dello stesso anno quando tornò a Morra d’Alba. Vi rimase sicuramente fino al luglio 1943, come risulta da una lettera che scrisse il 19 di quel mese, solo 6 giorni prima della caduta del fascismo, all’Ufficio Stralcio Milizie Fiumane presso la Federazione Nazionale Combattenti del Carnaro a Fiume. Non si hanno sue ulteriori notizie da quella data.

Fonti e bibliografia

  • Gardone Riviera (BS), Archivi del Vittoriale degli Italiani, Archivio Fiumano, serie legionari, cartella 5764 «5923 Papa Aniello», docc. 12 / cc. 14 «Richiesta del foglio di congedo fiumano; foglio dei dati statistici; tessera militare di riconoscimento; copie del foglio matricolare e della dichiarazione integrativa; note dell'Ufficio stralcio milizie fiumane. Fascicolo nominativo. Legionari Pratiche definite - Cartella 89/5923 1920 - 1943».
  • Gardone Riviera (BS), Archivi del Vittoriale degli Italiani, Archivio Fiumano, serie corrispondenze, cartella 3252 «Papa Aniello», docc. 1 / cc. 1, «Lettera. Fascicolo nominativo. Cartella 28 PACC-PAVO Segnalazione di enti e persone rilevanti nel contenuto del fascicolo: Scuola Allievi Sottufficiali. Carabinieri Reali, Firenze 1924».
  • Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario (1883-1920), Torino, Einaudi tascabili, 1995.
  • Ferdinando Gerra, L’impresa di Fiume, 2 voll. Milano, Longanesi&C Pocket Storia, 1975.

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Hinc felix illa Campania est, ab hoc sinu incipiunt vitiferi colles et temulentia nobilis suco per omnis terras incluto, atque (ut vetere dixere) summum Liberi Patris cum Cerere certamen. Hinc Setini et Caecubi protenduntur agri. His iunguntur Falerni, Caleni. Dein consurgunt Massici, Gaurani, Surrentinique montes. Ibi Leburini campi sternuntur et in delicias alicae politur messis. Haec litora fontibus calidis rigantur, praeterque cetera in toto mari conchylio et pisce nobili adnotantur. Nusquam generosior oleae liquor est, hoc quoque certamen humanae voluptatis. Tenuere Osci, Graeci, Umbri, Tusci, Campani.
[Plinius Sen., "Nat. Hist." III, 60]

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Storia della Campania. Risorse in rete per la storia del territorio e del patrimonio culturale
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241686 | DOI 10.5281/zenodo.3901238

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