Capasso, Bartolomeo

Dizionario degli storici meridionali


Bartolomeo Capasso (Napoli, 22 febbraio 1815 – 3 marzo 1900) è stato uno storico e archivista napoletano, specialista della storia medievale e della prima modernità.

Bartolomeo Giuseppe Domenico Capasso nacque a Napoli il 22 febbraio 1815; rimasto orfano del padre Francesco a sei anni, si trasferì a Sorrento con la famiglia, a seguito delle seconde nozze della madre con Salvatore Carvello, facoltoso proprietario sorrentino; qui completò gli studi nel locale seminario. A 18 anni intraprese un lungo viaggio di studi attraverso l’Italia. Nel 1844, Carlo Troya, che aveva fondato una società storica, primo nucleo della futura società di Storia Patria (durata fino al 1848), gli affidò la direzione del settore dedicato alla ricerca ed al riordinamento dei documenti riguardanti Alfonso d’Aragona. Nel 1846, in tale ambito, pubblicava il suo primo lavoro, la Topografia storico-archeologica della penisola sorrentina.
Nel 1848, sfuggì a malapena ad una retata della polizia borbonica, pur essendo estraneo ad ogni moto liberale o conservatore. Nel 1855 pubblicò La Cronaca Napoletana di Ubaldo edita dal Pratilli nel 1751, ora stampata nuovamente e dimostrata una impostura del secolo scorso. Nel 1876, con Giuseppe de Blasis, Camillo Minieri Riccio, Benedetto Croce ed altri fondava la Società Napoletana di storia Patria, della quale fu prima vicepresidente e poi presidente dal 1883 alla morte, fondandovi, altresì, l’«Archivio Storico per le Province Napoletane»; fu socio delle maggiori Accademie italiane e straniere del tempo e, dal 1875 al 1900, presidente della Società Reale di Archeologia e Belle Arti.
Nel 1881 apparve il primo volume dei Monumenta ad Neapolitani Ducatus pertinentia quae partim nunc primum, partim iterum typis vulgantur cura et studio B. C. cum eiusdem notis ac dissertationibus, in tre volumi (il secondo fu pubblicato nel 1885, il terzo nel 1892). Nel 1882 accettò, dopo notevoli insistenze, la carica di Sovrintendente dell’Archivio di Stato di Napoli e morì il 3 marzo del 1900, dopo un anno di completa cecità.
Capasso fu un maestro della storia medievale e della prima modernità, propugnando una rigorosa ricostruzione basata sulle fonti archivistiche, legata ai nuovi stimoli dell’epoca in materia di conservazione delle testimonianze del passato. Suo fu un coerente progetto di ricerca storico-erudito, fondato su punti fermi, quali lo studio topografico ed istituzionale della Napoli ducale e, per quanto concerne il più generale contesto della storia meridionale, la storia politico-istituzionale. Le sue ricerche ed edizioni di fonti non furono solo una collazione di dati minuti, senza sguardo d’insieme, ma il tentativo di ricostruire e leggere eventi e luoghi attraverso la voce stessa delle testimonianze coeve.
Tra le sue opere: Le fonti della storia delle Province Napoletane dal 568 al 1500 (pubblicate nei primi due volumi dell’«Archivio Storico per le Province Napoletane»); la Novella di Ruggiero re di Sicilia e di Puglia promulgata in greco nel 1150, con la traduzione latina (1867); uno studio Sul catalogo dei feudi e dei feudatari delle province napoletane sotto la dominazione normanna (negli «Atti della reale accademia di archeologia, lettere e belle arti» del 1868); Sulla storia esterna delle Costituzioni del regno di Sicilia promulgate da Federico II (1869).
In campo propriamente archivistico, si segnalano il Catalogo ragionato dei libri, registri e scritture esistenti nella sezione antica o prima serie dell’Archivio Municipale di Napoli (1387-1806) (1876 e 1899) e l’Inventario cronologico sistematico dei Registri Angioini conservati nell’Archivio di Stato di Napoli (1894).

Bibliografia

  • Capasso, Bartolomeo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1975.
  • Bartolommeo Capasso. Storia, filologia, erudizione nella Napoli dell'Ottocento, a cura di Giovanni Vitolo, Guida, Napoli, 2005.

ARTICLE WRITTEN BY ANTONIO D'ANDRIA | STORIADELLACAMPANIA.IT © 2020

Hinc felix illa Campania est, ab hoc sinu incipiunt vitiferi colles et temulentia nobilis suco per omnis terras incluto, atque (ut vetere dixere) summum Liberi Patris cum Cerere certamen. Hinc Setini et Caecubi protenduntur agri. His iunguntur Falerni, Caleni. Dein consurgunt Massici, Gaurani, Surrentinique montes. Ibi Leburini campi sternuntur et in delicias alicae politur messis. Haec litora fontibus calidis rigantur, praeterque cetera in toto mari conchylio et pisce nobili adnotantur. Nusquam generosior oleae liquor est, hoc quoque certamen humanae voluptatis. Tenuere Osci, Graeci, Umbri, Tusci, Campani.
[Plinius Sen., "Nat. Hist." III, 60]

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Storia della Campania. Risorse in rete per la storia del territorio e del patrimonio culturale
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