Paolo IV, al secolo Gian Pietro Carafa, fu papa dal 1555 al 1559. Nella prima parte del suo papato coltivò l'aspirazione di sottrarre il Regno di Napoli, sua patria, agli Asburgo, conducendo, tra il 1556 e il 1557, una guerra disastrosa contro il Regno di Napoli (il duca d'Alba, viceré di Napoli, sbaragliò le truppe pontificie e giunse alle porte di Roma, minacciando di saccheggiare la città del papa come avevano già fatto i lanzichenecchi di Carlo V nel 1527). Gran parte dei documenti qui pubblicati riguarda appunto questa guerra e le tensioni con Carlo V, Filippo II e i loro rappresentanti (tra i quali, in particolare, il viceré di Napoli) che la precedettero e la seguirono.
Le trascrizioni erano stato effettuate da Daniele Santarelli nell'ambito della propria tesi di dottorato, Il papato di Paolo IV nella crisi politico-religiosa del Cinquecento. Le relazioni con la Repubblica di Venezia e l'atteggiamento nei confronti di Carlo V e Filippo II, discussa presso l'Università di Padova nell'aprile 2006. Questi testi erano già stati pubblicati on line sul sito "Storia di Venezia" (già www.storiadivenezia.it, poi www.storiadivenezia.net, adesso non più attivo) tra il 2006 e il 2011. Sono seguite anche edizioni cartacee (vedi i singoli documenti per i dettagli). Le trascrizioni erano state archiviate anche sul sito www.ereticopedia.org (cfr. qui).
- (PDF) Bernardo Navagero, Dispacci al Senato dal 7 settembre 1555 al 6 novembre 1557
- (PDF) Bernardo Navagero, Dispacci al Senato dall'8 novembre 1557 al 19 marzo 1558 e dispacci ai Capi dei Dieci dal 4 ottobre 1555 al 13 marzo 1558
- (PDF) Elenco dei personaggi citati nei dispacci di Bernardo Navagero
- (PDF) Dispacci dei nunzi a Venezia Filippo Archinto (1555–1556) e Antonio Trivulzio (1556-1557)
- (PDF) Documenti sulle relazioni tra Paolo IV, la Repubblica di Venezia, la Spagna e i Turchi
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Hinc felix illa Campania est, ab hoc sinu incipiunt vitiferi colles et temulentia nobilis suco per omnis terras incluto, atque (ut vetere dixere) summum Liberi Patris cum Cerere certamen. Hinc Setini et Caecubi protenduntur agri. His iunguntur Falerni, Caleni. Dein consurgunt Massici, Gaurani, Surrentinique montes. Ibi Leburini campi sternuntur et in delicias alicae politur messis. Haec litora fontibus calidis rigantur, praeterque cetera in toto mari conchylio et pisce nobili adnotantur. Nusquam generosior oleae liquor est, hoc quoque certamen humanae voluptatis. Tenuere Osci, Graeci, Umbri, Tusci, Campani.
[Plinius Sen., "Nat. Hist." III, 60]
Storia della Campania. Risorse in rete per la storia del territorio e del patrimonio culturale
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241686 | DOI 10.5281/zenodo.3408416
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